sabato 25 dicembre 2010

Yara: circo mediatico, ma non solo

Un caso come quello di Yara Gambirasio travolge un piccolo cronista di provincia. Ti ritrovi il mondo del giornalismo in un paese "normale" e capisci subito che non puoi più trattare un caso così con gli strumenti del mestiere che usi di solito. Pensi di aver trovato una notizia, ma per il circo mediatico, più elegantemente per la comunità giornalistica che si ritrova a Brembate Sopra, quella notizia è già cosa scontata, patrimonio comune. Concorrenza spietata, ognuno in cerca di un colpo, anche se si naviga in mezzo al nulla, nella penuria di informazioni, che si traduce in assenza di notizie. Passi lenti di indagini che fanno il paio con colpi scomposti dei giornalisti. Non so se mi piace questo mondo. Ma sotto sotto, anche sotto molto cinismo e ricerca del colpo sensazionale, resta forte più di qualsiasi altra cosa la voglia di raccontare, di capire. Curiosità che si sposa un po' troppo con la morbosità del pubblico, curiosità che spesso travalica sè stessa. Ma è ancora un qualcosa di nobile, quella curiosità. Ed è quella che in un circo non proprio piacevole ti permette di andare avanti.
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lunedì 15 novembre 2010

le dimesse lezioni vendoliane

Nichi Vendola per ben due volte ha vinto le primarie del centrosinistra in Puglia ed è stato eletto presidente di quella Regione (tradizionalmente nera e missina), contro ogni pronostico. La Puglia e gli elettori del Pd hanno così lanciato un segnale. Ieri c'erano le primarie per il candidato sindaco di Milano. A sorpresa (sorpresa per il Partito Democratico) ha vinto il candidato vendoliano, un avvocato di sinistra di tutto rispetto e con una lunga storia politica e familiare alle spalle. La risposta del Pd, che sosteneva il suo candidato Stefano Boeri, si è concretizzata nelle dimissioni dei vertici cittadini, provinciali e regionali del partito. In Puglia, almeno, il risultato a sorpresa delle primarie era stato riconosciuto, con successivi successi elettorali. A Milano no. Ci si dimette tutti: un bel modo per disconoscere e rifiutare il risultato delle primarie, ovvero lo strumento che il Pd ha introdotto nella politica italiana, un pilastro del Partito Democratico. Un bel modo per disconoscere se stessi, per dimostrare che la lezione pugliese non ha insegnato nulla a nessuno, giusto perchè c'è il brutto vizio di pensare a priori che "tanto con Pisapia mica vinciamo...", così come si pensava con Vendola, il vizio di continuare a pensare che "se non ci spostiamo un po' più in là non vinceremo mai...". Il Pd nega se stesso.
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venerdì 5 novembre 2010

ma che legge è questa

Leggo sulla Stampa della nuova bozza di legge elettorale che emerge dai pallidi incontri tra Pd e cosìddetto terzo polo. Un miscuglio di maggioritario a doppio turno nei collegi, proporzionale con sbarramento al 5%, e davvero sorprendente "diritto di tribuna", ovvero chi prende sotto il 5 % ha comunque il diritto ad un posticino in Parlamento, se proprio non si ferma a zero voti. Sarebbe l'ennesima legge elettorale studiata non pensando alle reali esigenze del paese, ma pensando alle esigenze dei singoli partiti. Ma per arrivare a tanto ci vuole coraggio. Non sembra di certo il modo per rilanciare la stagione politica che si trova nel pantano da mesi.
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venerdì 17 settembre 2010

l'unico Paese

Estate da pantano, politicamente parlando. questo è l'unico paese dove la maggioranza perde un pezzo e l'opposizione non se la ride, perchè non sa che fare. e in cui la maggioranza che ha perso un pezzo vorrebbe subito andare ad elezioni. purtroppo è finita, l'estate.
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lunedì 19 luglio 2010

Keith Jarrett live

Un pianista immenso, anzi un artista, che può farsi pagare così.
Una specie di ventilatore sul palco, perché il pianista vuole sempre 21 gradi quando suona.
Il caldo che per un’ora e cinquanta minuti sembrava non esserci più.
Tanti appassionati di jazz incantati, soprattutto nella tribuna dove il biglietto costava di meno.
Tanti personaggi che di jazz non sanno nulla ma c’erano lo stesso, eleganti.
Due di quelli eleganti che durante l’esecuzione del primo bis si sono alzati e se ne sono andati.
Tanti altri che subito dopo il primo bis si sono alzati e se ne sono andati.
Un pianista immenso che ha mandato a quel paese chi si è alzato. E se n’è andato.


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mercoledì 16 giugno 2010

Zingonia, un problema elettorale

Zingonia è “un problema”, “una situazione non più sostenibile”, “una grande periferia di degrado”. Zingonia è così prima delle elezioni, che siano amministrative, regionali o politiche. Dopo le elezioni Zingonia è ancora una periferia di degrado, un problema, ma è anche bene lasciarla lì, che torna utile alla prossima tornata elettorale. Il gioco è questo ed è anche abbastanza chiaro. Basti l’ultimo esempio: dal settembre scorso Zingonia era finita di nuovo sotto i riflettori, in vista delle elezioni regionali. Le promesse di nuovi finanziamenti per abbattere i palazzoni di periferia e riqualificare la zona non sono mancate. Passano le elezioni, si fa il punto della situazione circa due mesi dopo. E si scopre che i fondi ora sono a rischio. Tutto in forse, spazzato via anche il titolo de l’Eco di Bergamo che sembrava annunciare l’imminente abbattimento dei palazzoni. E aspettiamo. Di nuovo. Da notare che ben prima dell’ultima fase in cui ci si è interessati a Zingonia i Comuni dell’area, con tutte le realtà del territorio, avevano presentato un ampio progetto di riqualificazione basato sui contratti di quartiere. Un progetto che si era classificato primo al bando della Regione Lombardia. Ma non se ne fece nulla. Poi una nuova ondata di promesse. E ora è colpa della manovra finanziaria, se i fondi non arrivano. C’è tempo.
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sabato 5 giugno 2010

le zanzare e il momento giusto

Son già troppe, le zanzare tigre. Mi siedo al tavolo di fronte al giardino, a mangiare, a leggere. Ed è un massacro. Ma c'è il momento giusto in cui ammazzarle, in cui la puntura non è ancora arrivata e la manata può essere decisiva, per farle fuori. E' quando posano il pungiglione sulla pelle, quando vivono (pure loro) quel momento d'attesa ancora prima della goduria, che è il momento di maggior debolezza. In quel momento non capiscono più niente, sono immobili, non le smuoverebbe niente. E uno sberlone non lo toglie nessuno, alle zanzare.
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domenica 30 maggio 2010

Josè l'arci italiano

Mourinho ha fregato tutti, ha affermato di non star bene in Italia ma in realtà ha giocato alla grande a fare l'arci italiano, ha preso in giro tutti e se n'è andato mercanteggiando sul suo contratto subito dopo le lacrime. Mourinho un vero italiano. E' più o meno questa la sostanza di un articolo di Aldo Grasso sul Corriere della Sera. L'italianità di Mourinho come una grande scoperta, una novità emersa solo dopo la vittoriosa finale di Madrid. Sarà. A me è sembrato italiano fin dall'inizio, fin da quel “non sono un pirla” di un paio d'anni fa. Ha giocato ad attrarre ogni attenzione su di sé, dall'inizio alla fine. Ha giocato con la debolezza di un Paese che sembra drogato di polemiche calcistiche sette giorni su sette. Dopo alcune partite in cui non aveva assolutamente da lamentarsi per la conduzione arbitrale mr. Mou lanciava comunque strali contro gli arbitri per la gioia di tutti i giornalisti di calcio e per la gioia dei suoi tifosi, per definizione faziosi (ci sto dentro anche io, sia chiaro). Polemiche gettate in pasto a chiunque, purchè non si parlasse davvero del suo spogliatoio, dei suoi giocatori, della sua corazzata multinazionale. Ma dopo quelle polemiche, ne sono certo, Josè Mourinho richiudeva la porta di casa e si faceva una bella risata, alla faccia di tutti. Ha fregato tutti, sì, è stato il più italiano di tutti, e ha vinto in un anno ciò che nessun allenatore italiano aveva mai vinto. Sarà mica un caso.
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Informazione libera e puntuale

Si pranza e la televisione della mensa propone il tg1. nessuna polemica politica, c'è giusto in ballo una mini finanziaria che di mini ha davvero poco. cosa volete che sia. il telegiornale di punta della televisione italiana propone invece due servizi appassionanti. Il primo sull'inaugurazione di una piazza dedicata ai caduti di Nassiriya in un paese calabrese di duemila anime. quale sia la novità non è dato sapere. L'Italia si è riempita in poco tempo di vie e piazze dedicate ai Caduti italiani in Iraq. Ma non fa niente, all'inaugurazione c'era anche il ministro La Russa. Il secondo servizio è su un uomo, di cui non ricordo il nome, che ha deciso di abbandonare lo stress della vita in ufficio per dedicarsi ad una nuova vita in barca a vela. E anche in questo caso, dove sia la novità, dove sia la notizia da tg1 delle 13, non è dato sapere. Ma da imparare c'è molto.
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Da Bruni a Tentorio, la città che vivacchia


In un'intervista alla trasmissione dell'ex rettore Alberto Castoldi, il sindaco Franco Tentorio parla di Bergamo come città vittima del “toca negot”, città che “si ferma non appena c'è qualcosa da fare fuori dal comune e fuori dall'ordinario”. Vero. Anzi di più. Il sindaco non ha fatto altro che mettere in evidenza uno dei motivi per cui lui, e il centrodestra, hanno vinto le elezioni amministrative a giugno 2009. Non ho mai creduto che Roberto Bruni e il centrosinistra abbiano perso quelle elezioni travolti dalla ventata politica di leghismo e di destra che soffiava forte ad ogni livello. Al contrario, è stata una sconfitta tutta bergamasca, figlia di una città che vuole conservare, restare in equilibrio, a volte vivacchiare e specchiarsi in sé stessa. Tutto si può dire dell'Amministrazione comunale di centrosinistra tranne che non avesse fatto delle scelte. Scelte che hanno fatto discutere sulla mobilità (chiudere l'accesso alla città per un paio d'ore in una giornata infrasettimanale è coraggioso, nel bene o nel male); scelte pesanti sull'urbanistica con una contrattazione spinta all'estremo per ottenere opere pubbliche in cambio di volumi; scelte ancora una volta coraggiose sulle opere pubbliche: far saltare una tangenziale già appaltata e portare avanti il progetto di sventramento dell'ex parco faunistico, con tutta la sfiga (non ci sono altri termini) che ne è seguita. E di esempi ce ne sarebbero molti altri. La città del “toca negot” vivacchia o più semplicemente non ha apprezzato certe scelte nel merito. Resta da capire chi sarà il primo a saper fare, a saper toccare, senza perdere.


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mercoledì 12 maggio 2010

Indispensabile

Sono circa trent'anni che semina casini e cose buone. La forza di Marco Pannella sta nel dire cose che tanti altri fanno e pensano ma non avrebbero mai il coraggio di dire o sostenere, se non addirittura promuovere. E' un po' italiano nel suo modo di fare, molto poco italiano per le battaglie che ha messo sotto il naso degli italiani. Radicale o poco comune fin nel privato, rompipalle indispensabile. Non l'ho mai votato, ma senza un uomo sandwich così questo Paese sarebbe ancora più in ritardo.
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martedì 4 maggio 2010

La sicurezza immaginaria, parte II

Per togliere di mezzo i parcheggiatori abusivi, che indicano alla gente fuori dall’ospedale dove piazzare l’auto per ottenere pochi spiccioli, il Comune di Bergamo ingaggia una cooperativa con parcheggiatori regolari. Risultato: via i biglietti automatici e un sacco di gente che si lamenta. Ma non è finita: per coprire il costo dei nuovi parcheggiatori il Comune di Bergamo estende la fascia di parcheggio a pagamento dalle 7 alle 21 e non più dalle 9 alle 19. Siamo fuori dall’ospedale e la nuova fascia oraria costringerà a pagare tutti gli utenti (regolari, italiani, bergamaschi, abusivi, clandestini, non clandestini, bravi e cattivi, uomini e donne) che la mattina presto hanno bisogno di fare un prelievo del sangue e la sera dopo le 19,30 vanno in visita dai parenti ricoverati. Tutto accade per via di una leggenda metropolitana, quella dei parcheggiatori senegalesi, selvaggi, molesti, cattivi, “che se non gli dai 10 centesimi ti rigano la macchina o ti rubano l’autoradio”. Ma quando mai? Già a settembre del 2008 un prete della parrocchia di Santa Lucia spiegava che non si sono mai avute vere notizie, nella zona, di ripicche dei parcheggiatori abusivi ai danni degli automobilisti. Il riferimento è a settembre 2008 perché tutti sanno, a Bergamo, che la decisione della Giunta di centrodestra è solo la seconda parte di una politica per la “sicurezza immaginaria”, di una politica contro gli spauracchi, che forse porterà qualche voto, o forse a qualcuno non ha portato nemmeno quello. Era stata infatti l’Amministrazione di centrosinistra di Bergamo, a settembre 2008, a puntare il dito contro i parcheggiatori abusivi, come se si trattasse già allora del principale problema della sicurezza a Bergamo. Un non problema. L’ordinanza contro gli oscuri parcheggiatori abusivi è di quel periodo, e all’ordinanza seguirono una serie di retate puramente dimostrative delle forze dell’ordine, finchè da parte di qualche abusivo non partì qualche pugno ai danni di un paio di poliziotti. Ma tra un tempo e l'altro dello stesso film resta un risultato mirabile: aumentano le ore in cui la sosta va pagata. Nella speranza che chi entra in ospedale per qualsiasi motivo non inizi a sentirsi un abusivo.

La sicurezza immaginaria, parte I (ottobre 2008 su Agoravox)


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domenica 2 maggio 2010

Ci siamo


Mercoledì 28 aprile 2010. Barcellona-Inter 1-0,
novantaquattro minuti in difesa,
una sconfitta, una qualificazione,
calcio poesia, per volare a Madrid.

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sabato 24 aprile 2010

primavera Inter...


Difficile, o forse davvero facile crederci, quest'anno. Perchè se non è quest'anno ho l'impressione che sarà tra molto tempo ancora. Mercoledì Inter Barcellona, e per chi è tifoso dell'Inter qualcosa significa. Lungo gli anni, nella vita, ogni tanto ti vien voglia di far finta che del calcio e del tifo non te ne frega nulla. Poi di domenica in domenica, anche se non hai visto la partita in diretta, a fine giornata vai a guardarti i risultati. E poi se puoi, e se la squadra regge, il martedì o il mercoledì sera ti incolli leggermente alla tv per vedere cosa succede in Champions League. E poter fare ancora questo a fine aprile significa qualcosa, per il tifoso non così appariscente che sei.

I. di Cristiano Poletti

Al rigore assegnato/
lo stadio è sull'urlo/
di esplodere tra le mani/
una polvere di anni, io/
col il mio aprile/
crudele rinasco/
mentre si spiegano/
le bandiere al cielo/
nel buio elettrico/
azzurro misto nero.
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Libero

Ci sono quelle serate in cui fai partire l'iPod o iTunes in modalità random su tutto il mondo musicale che hai caricato. E si passa dagli Almamegretta a Ben Harper, dalla Costruzione di un amore di Fossati ad I don't wanna waiting in vain di Bob Marley. E ti sembra che tutte le canzoni siano giuste, almeno fino ad un certo punto, o magari semplicemente te ne convinci. E c'è poco come autoconvincersi. Poi arriva “Noi bambine non abbiamo scelta” dei Baustelle e “in una vasca di Motel che male c'è...le parole che non posso dire quando piango in questo mondo stupido”. E allora stai lì e certe serate te le godi anche.


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venerdì 23 aprile 2010

Chi si sveglia ora


Fini. E' che costui sarebbe pure un brav'uomo. Ma si sveglia ora dopo 15 anni in cui ha dato e consegnato i suoi voti, tutti, fino in fondo, al grande capo. E si sveglia ora quando ormai è debole e una sua fuga sarebbe una fuga quasi da pochi intimi. Ha portato a morte lenta la sua famiglia, senza che nessuno se ne accorgesse, dandola più o meno in mano tutta al grande capo. E ora si sveglia.
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domenica 18 aprile 2010

libro in cerca d'editore

Una storia vera, che nasce dai giorni in cui Paolo Cattaneo riuscì a parlare a lungo con Viola, stesa in un letto d'ospedale tra un ciclo di chemioterapia e l'altro. Lui l'aveva conosciuta come presidente dell'associazione Melarancia, prestando assistenza alle prostitute sulle strade di Bergamo. Lei aveva ormai smesso di prostituirsi, 15 anni dopo il suo primo viaggio da prigioniera dall'Albania all'Italia. Ma si era ammallata di Aids e subito dopo di cancro.
Viola in quei giorni in ospedale raccontò la sua vita al presidente della Melarancia. Ne è nato un libro, "Prostituita", un libro su una donna resa schiava a 14 anni, che ha contratto l'aids a 28 dopo un rapporto sessuale non protetto con l'uomo che pensava potesse essere suo marito, e invece era un truffatore che l'aveva già rivenduta ad altri protettori.
Più di 300 pagine intense, di viaggi obbligati dall'Albania alla Grecia, e poi in Italia, in Veneto e in Lombardia. Una donna che da sola riesce a liberarsi dai suoi schiavisti, ma mantiene come unica professione la prostituzione, l'unica che il mondo le ha imposto dai 14 anni in poi. "Viola ha potuto leggere quel libro, che in buona parte è scritto come se l'avesse scritto lei, in prima persona - racconta Paolo Cattaneo -. Si vede che sono stata brava a raccontare o che tu hai capito bene quel che dicevo".
Il libro è stato pubblicato nel 2006, alcuni mesi dopo la morte di Viola, da "Altro mondo editore". "La promozione del libro si è praticamente fermata - spiega Cattaneo -. E attualmente non c'è più un editore. Lo scopo di "Prostituita" era duplice: aiutare da un lato i parenti di Viola, che ha anche lasciato un figlio, e sostenere La Melarancia. E spero che quegli scopi possano realizzarsi, in una certa misura".
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domenica 11 aprile 2010

Piccolo manifesto


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