domenica 30 maggio 2010

Da Bruni a Tentorio, la città che vivacchia


In un'intervista alla trasmissione dell'ex rettore Alberto Castoldi, il sindaco Franco Tentorio parla di Bergamo come città vittima del “toca negot”, città che “si ferma non appena c'è qualcosa da fare fuori dal comune e fuori dall'ordinario”. Vero. Anzi di più. Il sindaco non ha fatto altro che mettere in evidenza uno dei motivi per cui lui, e il centrodestra, hanno vinto le elezioni amministrative a giugno 2009. Non ho mai creduto che Roberto Bruni e il centrosinistra abbiano perso quelle elezioni travolti dalla ventata politica di leghismo e di destra che soffiava forte ad ogni livello. Al contrario, è stata una sconfitta tutta bergamasca, figlia di una città che vuole conservare, restare in equilibrio, a volte vivacchiare e specchiarsi in sé stessa. Tutto si può dire dell'Amministrazione comunale di centrosinistra tranne che non avesse fatto delle scelte. Scelte che hanno fatto discutere sulla mobilità (chiudere l'accesso alla città per un paio d'ore in una giornata infrasettimanale è coraggioso, nel bene o nel male); scelte pesanti sull'urbanistica con una contrattazione spinta all'estremo per ottenere opere pubbliche in cambio di volumi; scelte ancora una volta coraggiose sulle opere pubbliche: far saltare una tangenziale già appaltata e portare avanti il progetto di sventramento dell'ex parco faunistico, con tutta la sfiga (non ci sono altri termini) che ne è seguita. E di esempi ce ne sarebbero molti altri. La città del “toca negot” vivacchia o più semplicemente non ha apprezzato certe scelte nel merito. Resta da capire chi sarà il primo a saper fare, a saper toccare, senza perdere.


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